Propaganda, falsità, cinismo


Le falsificazioni di Dell'Acqua e compagni
Giulio Comuzzi

La giornata mondiale dedicata alla prevenzione del suicidio a Trieste diventa un'occasione di propaganda autoreferente dei gerarchi della psichiatria comunista, al potere da quarant'anni


I suicidi a Trieste: la propaganda e la tragica realtà - 1a parte
suicidi-a-trieste-1a-parte.pdf
I suicidi a Trieste: la propaganda e la tragica realtà' - 2a parte
suicidi-a-trieste-2a-parte.pdf
Come tutti i regimi totalitari, la psichiatria politica di stato è un pallone gonfio di propaganda. Come tutti i regimi totalitari, è sostenuta da uno smisurato sistema social-clientelare, che in gran parte essa stessa ha generato.
Rotelli, Dell'Acqua e compagni divulgano falsificazioni, profanando senza ritegno i sentimenti umani più dolorosi. Con profonda amarezza ho assistito agli applausi cortigiani e ai “ringraziamenti per aver salvato tante vite umane” nel corso di uno show di Dell'Acqua in una sede istituzionale. C'è stata una sola voce fuori dal coro.
Voglio completare una seconda parte per dimostrare che forse sono proprio loro, i gerarchi della teocrazia pseudo basagliana, la causa dei tragici primati di Trieste. Nel marzo 2010 sul sito sospsiche.it compare un articolo in cui si ipotizza che il drammatico aumento dei suicidi in Sardegna sia da mettere in relazione ai metodi importati dal Dipartimento di Trieste. E' una tesi sostenibilissima, che riporterò. La cancrena della psichiatria politica continua a perpetuare il genocidio.


I COMMENTI DEI CONSIGLIERI COMUNALI

Trascrizione di alcuni interventi significativi

Andolina
Dottor Dell'Acqua, grazie per quanto ci ha esposto. Ho imparato molto. Io ero rimasto ancora al venti percento. Non voglio sottovalutare la specificità, perchè è un risultato anche scientifico, perchè sono numeri, e quindi è vero che avete fatto un lavoro eccezionale, avete salvato più vite voi che uno che lavora sui trapianti. Senza voler svilire il vostro lavoro, io però tornerei all'idea ottocentesca, che ritengo che una persona ha diritto a farsi fuori senza chiedere. Io sono un pediatra, e quindi i suicidi che ho visto in realtà erano manifestazioni di un orrendo disagio perchè volevano lasciare un messaggio perchè nessuno li considerava L'ultimo ragazzo che mi ricordo che ha cercato di tagliarsi la seconda volta le vene dopo un anno era perchè la sua pratica era rimasta in un cassetto. L'impiegato del comune se ne era dimenticato, e quindi la sua pratica si è riattivata dopo che si è tagliato le vene. Quindi ci sono suicidi che vanno evitati perchè sono dovuti a un disagio evitabile. Però il fatto che un anziano si butti da una torre nove mesi fatti a Cattinara sembra sbagliato, perchè al suo posto io farei lo stesso. Una cosa è la cultura mitteleuropea che di fatto corrisponde alla zona del mondo più…. che esista ma anche la meno solidale. Quindi fa parte di questa cultura triestina, slovena, ungherese, austriaca, quella di non prendersi molto (a) carico degli altri. Ordinati, freddi. Io ho conosciuto i popoli orientali e quelli meridionali, è più difficile per loro rimanere soli, senza nessuno che ti consideri. Quindi può essere un fenomeno dell'indifferenza, o anche un problema di orgoglio personale. Io in carcere, non sopp… non vorrei vivere. Io, all'Itis, chiedo scusa, in una casa di cura per anziani, non vorrei vivere. Preferirei la morte solitaria o autogestita. Però, obiettivamente, se noi abbiamo il dovere di aiutare, come avete fatto, evitare le morti evitabili in quanto effetto di un'ingiustizia sociale, e familiare. Esiste anche proprio una… uno spazio per cui non credo che la… la… la decisione individuale possa essere vanificata. Però, appunto, la soglia del dieci percento mi va bene, non è detto che si riesca ad andare sotto. Il modello ottocentesco che mi piace è quello… che aveva la pistola sul vassoio. Non è detto che quella fosse una cultura sbagliata.

Bassi
Intanto, grazie per l'esposizione di quanto avete fatto perchè i dati che ci avete portato dimostrano come la vostra azione abbia salvato centinaia di vite a Trieste. Penso che come amministratori pubblici debba esserci plauso da parte nostra per il vostro lavoro. Ho notato due aspetti dalle statistiche che ci avete portato, in particolare quella del 2004. C'è stata una forte diminuzione dall'inizio del programma e un'accentuazione dal 2004 quando di fatto Trieste ha cominciato ad avere… a sentirsi forse meno oppressa. Chi viveva a Trieste fino a quel momento si sentiva forse così, chiuso, sicuramente voi che siete dei tecnici, cioè degli specialisti, sapete sicuramente cosa vuol dire sentirsi rinchiusi, no, costretti in spazi limitati, possa aumentare il rischio di una decisione tanto grave. Considerando altri aspetti che stiamo vivendo in questi giorni, perchè noi siamo amministratori pubblici, quindi, al di là del plauso al vostro lavoro penso che dobbiamo preoccuparci anche di quello che possiamo fare noi per creare le condizioni afinchè i cittadini triestini abbiano ad avere il meno possibile a incorrere in queste decisioni. Volevo capire se avete riscontrato dei fatti così gravi, altre decisioni che hanno inciso, altri passaggi, significativi per la città, che possono aver inciso in qualche modo, e, in particolare, visto che stiamo vivendo una crisi economica abbastanza grave che dura dal 2008, se avete verificato in questo periodo, penso che abbiate statistiche numeriche, voi vi siate addentrati anche del tipo delle motivazioni che hanno portato delle persone a suicidarsi o che hanno tentato il suicidio. Quindi se in qualche modo anche questo tipo di situazione sociale ha contato.

Menis
Sembra che l'elemento fondamentale di questa presentazione sia il discorso aggregato sui dati. E quindi è su questo che possiamo fare delle domande di approfondimento, di ragionamento. La prima. Mi sembrava che fino a pochi anni fa a livello provinciale Trieste fosse una delle città, rispetto ad altre città dell'Italia, con il più alto tasso di suicidio, fino a pochi anni fa. Secondo dati Istat a livello provinciale, non so se sono diversi rispetto a quelli comunali. Volevo sapere se c'è una certa corrispondenza fra i dati che raccogliete voi con i dati che vengono forniti a livello statistico dall'Istat. Poi fondamentalmente la seconda domanda che credo sia molto importante è una categorizzazione di queste persone che scelgono di porre fine alla propria vita. Se ci sono casi di persone - a parte una categorizzazione per età che credo, da quello che ho capito, l'avete fatto - ma anche per la storia di queste persone. Se sono persone che in precedenza erano già seguite dall'azienda sanitaria per problemi oviamente psicologici, se erano persone che usufruivano di servizi sociali da parte del comune. Ed inoltre, un'altra categoria importante, se erano persone sottoposte ad amministrazione di sostegno o che erano candidate a essere sottoposte ad amministrazione di sostegno. Rispetto anche a suicidi, chiamiamoli, singoli, di persone la cui storia non era conosciuta. Quindi anche questo tipo di categorizzazione nei dati credo sia importante averla.

Andolina


De Carli


Menis


Gerin


FFFF????


MMMM????


Bassi


Petrossi


MMM???


FFFF????


FFFF????


Cogliati





SEGUIRA' A BREVE UNO STUDIO SULLE MOTIVAZIONI DEI TRAGICI PRIMATI DI TRIESTE
E, IN RISPOSTA AD ALCUNE RICHIESTE, CHE COSA SI PUO' FARE, COSA NON E' STATO FATTO E PERCHE'